San Valentino: cos’é, l’amor…

“Cos’è l’amor?” canta Vinicio Capossela in uno dei suoi tanti capolavori, già cos’è l’amore? Difficile dare definizioni universalmente valide, ognuno di noi ne ha una personale concezione. Il vocabolario alla parola amore dice: “ L’amore è un sentimento intenso e profondo di affetto, simpatia ed adesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale”. Può sembrare riduttivo ma in fondo non lo è perché mette immediatamente in chiaro che questa “strana cosa”, che prende tutti noi, non va incasellata solo nel rapporto di coppia tra due persone ma si allarga a macchia d’olio e tocca tutte le sfera della nostra vita. Condivisibile credo sia il ritenerlo una forza, una potenza davanti alla quale ci sentiamo vulnerabili e allora abbiamo bisogno di dare una definizione, una forma precisa a un sentimento per il quale, si può arrivare addirittura a perdere il controllo di sé.

Dell’amore si parla da secoli, l’arte e la letteratura mondiali ci hanno regalato grandi cose: poesie, romanzi, opere, sonetti, canti, musica, cinema, teatro, pittura, scultura, l’arte nel mondo da sempre ci parla di LUI, l’amore. Tutti si emozionano o si riconoscono, in Romeo e Giulietta, in Renzo e Lucia, in Dante e Beatrice, in Laura e Francesco. Come non sussultare ammirando Amore e Psiche di Canova o Il Bacio di Hayez e Klimt? Come non perdersi nelle poesie di Neruda, Prévert o Alda Merini, nella scena di Dracula e Mina del film di Coppola o ascoltando Il Bacio sulla Bocca di Fossati? Amore si fa materia, è forza e potenza e ci rende vulnerabili, pazzi e irrefrenabili, mette in modalità off la ragione e fa ciò che vuole, e credo sia questo aspetto il suo bello assoluto: il non guardare in faccia a nessuno. Sicuramente è il tema più trattato dagli artisti e certamente il più studiato dagli psicologi, si insinua ovunque e disarma e forse è giusto così, amore, come la morte, ci rende finalmente uguali, rompe ogni volontà, ogni schema, ignora ogni pregiudizio e va dove vuole andare portandoci via da convenzioni, regole e morale. Ad ognuno di noi potrebbe accadere di amare chiunque, qualunque cosa o essere vivente, qualunque luogo, qualsiasi ideologia.

So che l’amore è come le dighe: se lasci una breccia dove possa infiltrarsi un filo d’acqua, a poco a poco questo fa saltare le barriere. E arriva un momento in cui nessuno riesce più a controllare la forza della corrente. Se le barriere crollano, l’amore si impossessa di tutto. E non importa più ciò che è possibile o impossibile, non importa se possiamo continuare ad avere la persona amata accanto a noi, amare significa perdere il controllo. (Coelho)

E’ difficile descrivere cosa veramente sia, così che ognuno si fa la propria idea di questo sentimento vivo che ha pure il dono di riflettere esattamente chi siamo, quali sono i nostri desideri, i nostri valori, le nostre aspettative e le nostre opinioni, l’amore prima ci svela e poi ci cambia, e tutto ciò ha dell’incredibile, davanti a lui ci si arrende e si fa il contrario di ciò che si è sempre detto, pensato o predicato. Va da sé che il nostro concetto di amore si porti dietro tutta la nostra storia, le vittorie e le sconfitte, il nostro vissuto, le nostre esperienze, le nostre follie.

L’amore è un mistero. Perché mai ci innamoriamo? È un grande furore che ci placa di tutti i nostri tormenti, è una grande pena che ci guarisce da tutte le guerre. L’innamorato è uno strano guerriero che sorride e vuole bene agli altri. L’innamorato fa sbocciare tutte le rose del mondo, ma gli altri le calpestano per un impulso improvviso di bruciante gelosia. (merini)

Molteplicità di emozioni, sensazione assoluta, è il momento in cui si smette di ragionare con la testa per seguire il cuore. L’amore riempie le giornate, ci fa ridere, ci fa piangere, ci fa disperare, ci fa sognare, ci shakera e ci posiziona in un mondo parallelo dove tutto è amplificato, nel bene e nel male e quando manca lo si cerca, lo si insegue, lo si inventa perché in fondo senza amore non si può vivere. AMORE è anche il suo verbo: AMARE. Per definizione e come Gesù Cristo insegna, dovrebbe essere un valore universale ed assoluto, dovrebbe voler dire desiderare il meglio per l’altro, chiunque esso sia, anche quando le motivazioni sono diverse, dovrebbe essere permettere all’altro di essere felice e libero, anche quando il suo cammino è differente dal nostro; si dovrebbe perdonare chi sbaglia, oppure dare fiducia a chi ci ha deluso, e accettare l’altro senza pretendere di cambiarlo Dovrebbe essere un sentimento che nasce dalla volontà di donarsi incondizionatamente senza aspettarsi nulla in cambio e che va oltre la chimica, oltre la passione.

Ma alla fine si ama a modo proprio, come si è capaci, qualunque sia la nostra condizione. L’amore forte, assoluto e totalitario di queste poesie scritte da donne che soffrono di malattie mentali causate da rotture dell’anima e del cuore, ritengo siano il simbolo dell’amore assoluto, quello che si fa breccia laddove si intravedono solamente macerie.

Giovanna Anversa (foto: Lisa Marchetti)

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