Katana, il futuro delle stampelle è già qui
Diversa da tutto ciò che si è visto finora in questo campo. E innovativa a tal punto da poter essere definita, senza paura di esagerare, rivoluzionaria. E’ Katana, la stampella ideata da Andrea Devicenzi, che non esita a considerarla alla stregua di “un’opera d’arte”. Basterebbe l’estetica per dare ragione ad Andrea, ma qualora non fosse sufficiente la sua forma molto particolare e di design, conviene ascoltare il pensiero di Devicenzi, che spiega i segreti della sua creazione.
DA DOVE NASCE – Inoltrarsi “dentro” Katana significa iniziare un viaggio di sette anni nel passato. “Tornavo dai Campionati del Mondo di Triathlon paralimpico in Nuova Zelanda – ricorda Andrea – e mi sono posto una domanda: in ogni ambito sportivo sono state fatte sperimentazioni e sono stati apportati miglioramenti al materiale tecnico. Perché nel mondo della disabilità questo non è avvenuto? Così, sceso dall’aereo, realizzai un primo schizzo. Sette anni dopo siamo arrivati al risultato. Ho coinvolto tanti ragazzi, mediante un progetto con le scuole per avere un parere dalle giovani generazioni, inoltre ho lavorato assieme alle aziende e ai marchi Autotecnica, Bercella, Dallara, Vibram e Maddalena Rocco. E’ nato qualcosa di unico a livello mondiale, che aiuterà a migliorare le prestazioni sia nello sport per disabili, sia nella quotidianità di chi convive con un handicap”.
COME E’ REALIZZATA – “Partiamo dal carbonio – spiega Andrea – con la struttura realizzata da Bercella, che ovviamente rende la stampella meno pesante rispetto a quelle in ferro o in acciaio, e più performante. Inoltre troviamo un paio di tratti in alluminio Ergal, realizzati da Autotecnica con macchinari a cinque assi e controllo numerico: questi pezzi fanno da raccordo tra le parti in carbonio e consentono di arrivare alla regolazione millimetrica e soprattutto di coniugare il carbonio con il gommino Vibram in fondo alla stampella, che ha un significato e un ruolo fondamentale nella struttura. Inoltre abbiamo utilizzato la tecnologia Additive per la stampa 3D del logo nella parte in cui poggia il braccio o il gomito, realizzata con un materiale che blocca totalmente le vibrazioni: come abbiamo verificato mediante test appositi, una biglia di 2 centimetri fatta cadere da un metro di altezza si ferma e non crea vibrazioni, evitando i microtraumi alla parte posteriore del braccio. Grazie a Maddalena Rocco abbiamo poi ricavato i ricami che personalizzano l’oggetto, esaltando in questo modo un’altra eccellenza Made in Italy. Senza dimenticare, naturalmente, l’appoggio dell’ingegner Dallara e del suo staff, che ha dato una mano mettendo a disposizione il proprio staff”.
QUALI SONO I VANTAGGI – “La prima innovazione – spiega Andrea – è la manopola ergonomica: quando ho fatto la via Francigena, ho sentito dolore al palmo della mano sulle lunghe distanze. Così ho pensato di allargare di qualche centimetro la manopola, realizzata in Vibram. Ho preso il calco della mia mano e l’ho esteso, rendendolo universale. Alla fine questa è la quinta versione, che potrebbe anche essere ulteriormente migliorata. In secondo luogo il gommino, sempre in Vibram, che si trova alla fine della stampella, ha la caratteristica di essere completamente disassato dalla struttura di Katana: ci siamo infatti chiesti come poter migliorare la sicurezza e la “saldatura” al terreno della persona. Quando il gommino tocca completamente terra, esattamente in quel momento la persona sta caricando il suo peso al massimo sulla stampella, o viceversa. E l’unico modo per ottenere un risultato ottimale, come hanno chiaramente indicato foto e video realizzati nei vari studi, era creare un gommino disassato. Con queste due innovazioni abbiamo risolto i due problemi principali: evitare il dolore al palmo della mano e migliorare la sicurezza, dato che il gommino Vibram consente di sentirsi un blocco unico con la stampella e crea un’aderenza massima al terreno. Inoltre la forma a goccia di Katana la rende più aerodinamica e dunque performante, mentre la regolazione millimetrica non ha più bisogno della fascetta per sistemare l’altezza, e pure questa è una novità assoluta, grazie all’idea di Massimiliano Garavaldi di Autotecnica con l’inserimento dei pezzi di alluminio Ergal. L’estetica è arrivata dopo, gli studi hanno prima di tutto puntato a sicurezza e comfort. Posso assicurarvi che per arrivare a questo prodotto sono serviti anni di ricerca: nulla è stato improvvisato”.
IL NOME – “L’ho soprannominata Katana perché richiama, nella sua forma, la spada giapponese. Ma il nome reale è “LaDueDue”, che ricorda un po’ i nomi dati alle vetture di Formula 1, dato che volevo dare l’idea della velocità. Inoltre avere inserito il numero “due” per due volte nel nome rimanda a “Progetto 22”, al quale sono naturalmente molto legato. Oltre ad aiutare dal punto di vista fisico e sportivo, Katana ha un obiettivo, ossia dare una svolta dal punto di vista mentale: la stampella, vista quasi come un oggetto da “sfigati” – e parlo col massimo rispetto perché vivo questo problema in prima persona – ora può divenire quasi un capo d’abbigliamento”.
Giovanni Gardani