GIOVANNI VEZZONI ALLA SCUOLA DEI GRANDI TENNISTI
Da sette anni si è trasferito a Bordighera, al “Piatti Center Tennis”, una delle migliori scuole al mondo, dove affina la sua passione per la racchetta, al fianco dei campioni. Giovanni Vezzoni, 28 anni, casalese, è uno dei tennisti più talentuosi usciti dalla fucina della Canottieri Eridanea e ormai vive in Liguria dove pur proseguendo nell’attività di tennista si sta costruendo un futuro sempre legato al mondo dello sport, sia da allenatore che da manager di Società sportive.
Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’inizio, da quando all’età di 8 anni ha preso in mano la prima racchetta proprio all’Eridanea, dove con il maestro Fabio Mizzon di Bolzano ha cominciato a tirare i primi colpi. “Eravamo una bella nidiata di giovanissimi tennisti e da quel gruppo è uscito anche Lorenzo Bocchi. All’età di 12 anni ho avuto come maestro Riccardo Manfredi, coadiuvato da Giuseppe Visioli, che mi hanno seguito fino all’età di 20 anni e con loro ho disputato moltissimi tornei e campionati a squadre coi colori della Canottieri. Della mia preparazione atletica si occupava Liliana Stagnati, dell’Interflumina”.
A Casalmaggiore Giovanni ha completato gli studi al liceo classico “Romani” e intanto capiva che il tennis era il suo futuro, ma lo step importante l’ha fatto quando alla Canottieri Baldesio di Cremona ha conosciuto Riccardo Piatti che periodicamente teneva stage di perfezionamento dei tennisti seguiti dal maestro Riccardo Manfredi. “Piatti veniva una volta o due al mese – ricorda Giovanni Vezzoni – ma da subito abbiamo capito che il suo metodo dava ottimi frutti e nel 2017 ho cominciato a maturare la convinzione di seguirlo al suo Centro di allenamento di Bordighera. All’inizio l’intenzione era di fare 3 o 4 settimane di prova e perfezionamento ma da allora non me ne sono più andato e la mia vita si è trasferita qui in Liguria dove mi alleno e da dove parto per disputare ogni anno una ventina di Tornei nazionali e Open”.
Il “Piatti Center Tennis” è una top class del tennis mondiale da cui sono passati quasi tutti i tennisti che vediamo sfidarsi negli Slam e nei Tornei ATP, da Sinner ad Alcaraz, da Fognini a Berrettini, Djokovic, Maria Sharapova, Bolelli, ma se andiamo indietro negli anni Riccardo Piatti, deus ex machina del Center a cui dà il nome, ha allenato Raonic, Gasquet, Furlan, Caratti, Camporese, il croato Ivan Ljubicic arrivato numero 3 del ranking mondiale.
Ora gli occhi del tennis sono puntati su Jannik Sinner che proprio alla scuola di Piatti è rimasto da quando aveva 13 anni fino ai 20, arrivando fino alla decima posizione nella classifica mondiale ATP a dicembre 2021 quando il forte giocatore altoatesino si è affidato ad un proprio team di allenatori. E negli anni a Bordighera Sinner e Vezzoni hanno avuto modo di conoscersi e di allenarsi insieme. “Ricordo che una volta nel 2020 Jannik doveva allenarsi con Berrettini e prima di iniziare si è a lungo scaldato con me. Poi Berrettini l’ha battuto per 6-1 ma si cominciavano a vedere le doti e le qualità che ora prepotentemente sono emerse. A volte mi è capitato di allenarmi nel campo di fianco a quello di Jannik e sentivi subito dal rumore del colpo che aveva un braccio eccezionale. A livello fisico dava l’impressione di essere gracile ma ha molto lavorato sul suo corpo per raggiungere quell’agilità e quella forza che ne fanno un grande campione”.
Giovanni Vezzoni ci dà la possibilità di capire come sta cambiando il gioco del tennis e come anche lui sta assimilando questo cambiamento. “L’agilità e il ritmo sono i due elementi di novità e in Sinner e Alcaraz si vedono gli interpreti principali. La maggior agilità ha permesso loro di ottimizzare anche la potenza e la forza esplosiva del colpo. Un po’ tutti ci stiamo adeguando al loro gioco anche se poi ognuno ci mette le sue qualità”.
“Qui al Piatti Center ogni giorno facciamo sedute di allenamenti seguiti da diversi coach, ma abbiamo a disposizione anche fisioterapisti, mental coach, palestre pesi specializzate. Ognuno di noi ha le sue peculiarità fisiche e tecniche e Piatti cerca di tirar fuori le nostre potenzialità anche attraverso sedute video che analizzano pregi ed errori. Qui al Centro si è molto attenti alla videoanalisi da cui si cerca di trarre spunti per la correzione degli errori durante gli allenamenti. Io sono sempre stato molto rigido in campo ma in questi anni la mia velocità è aumentata grazie ad una maggiore agilità, quel percorso tracciato da Sinner e Alcaraz. Cerco anche di essere più istintivo e di pensare meno durante il gioco perché nel tennis più pensi e più rallenti. Sono diventato più variabile con back e smorzate che danno fastidio in quanto spezzano il ritmo all’avversario. La mia idea di gioco viene interpretata al meglio dal russo Daniil Medvedev, un giocatore che con il suo stile dà fastidio all’avversario, mettendolo a disagio e quindi inducendolo all’errore. Tra gli italiani mi piace molto Lorenzo Musetti perché sa variare molto bene il gioco e poi è uno dei pochi che gioca il rovescio ad una mano, un colpo molto difficile a quel livello”.
Di Casalmaggiore cosa ti è rimasto? “Sono legatissimo alla mia città e ogni due mesi ci torno per una settimana, per stare con i miei genitori e mia sorella. Sto molto volentieri anche con gli amici, ma questi vengono a trovarmi anche a Bordighera. Quando sono a Casalmaggiore tengo la routine degli allenamenti sui campi dell’Eridanea e nella palestra. Con piacere ho costatato che la distanza fa apprezzare molto di più affetti come la famiglia e gli amici che si davano per scontate. E con loro mi piace rilassarmi in passeggiate sull’argine oppure insegnare tennis all’Eri dove spero che si crei un gruppo di agonisti visto che diversi miei compagni stanno tornando a giocare con assiduità. Io ho ripreso invece a studiare all’Università online di Scienze motorie per diventare un manager di Società sportive. Una scelta importante che ho riscontrato mi sta dando una maggiore consapevolezza, convinzione ed equilibrio durante le partite di tennis, a conferma che ciò che succede in campo è strettamente legato alla vita che facciamo”.
(nella foto in primo piano Giovanni Vezzoni con Jannik Sinner)