CINEMA – Quelle ragazze di Wall Street…
Il 7 novembre 2019 è uscito in tutte le sale “Le ragazze di Wall Street”, diretto da Lorene Scafaria; le protagoniste sono Jennifer Lopez, Constance Wu e le rapper Cardi B e Lizzo. Il film è basato su un articolo del New York Magazine, pubblicato nel 2015 dal titolo “Hustlers at Scores”. È una storia vera che parla di spogliarelliste che lavorano negli strip club e di come, un gruppo di esse escogiti un piano per raggirare gli uomini potenti di Wall Street.
Da una prima analisi del trailer cinematografico, si capisce subito che è una pellicola realizzata prettamente per un pubblico femminile.
A Hollywood, ormai, tale decisione non è completamente nuova; infatti, da qualche tempo, nelle sale escono sempre più film che sono pro femminismo e che sostengono le donne.
La musica è molto coinvolgente, i colori non mancano e, a detta di qualche testata giornalistica, Jennifer Lopez dovrebbe vincere l’Oscar per la performance.
Nulla di nuovo, che crea le aspettative per la solita pellicola di plastica, che esce al cinema solo per incassare qualche milione e occupare una sala.
Ma è davvero così?
La risposta può variare a seconda degli aspetti che si vogliono analizzare.
Le tematiche, in realtà, sono molto più profonde e più serie di quanto si possa pensare: il mondo degli strip club è difficile e le donne sono trattate come bambole dedite a far divertire gli uomini.
Molte di queste vivono in quartieri malfamati e non si possono permettere neanche dei vestiti nuovi: per guadagnare bisogna avere i giusti contatti.
Il film fa capire quanto sia stremante questo tipo di vita; il film, però, non si limita a questo, facendo intuire che la situazione è simile anche a Wall Street. Un parallelismo interessante e intelligente con un mondo dove la merce non sono le donne ma i soldi.
La critica sociale che il film fa emergere è molto pesante e coraggiosa; cerca quasi di spronare le persone a ribellarsi contro il sistema, che sembra prendere in giro la gente da una vita.
I particolari sono molto accurati, non a caso sono state intervistate molte donne del mestiere per portare la loro testimonianza.
Gli aspetti negativi sono pochi, ma non poco importanti e né tanto meno superflui. Ci sono molte scene ripetitive, dal punto di vista dell’inquadratura, e questo aspetto tende ad annoiare.
Gli uomini all’interno della pellicola sono molto stupidi e senza un cervello; sono descritti come esseri che seguono soltanto i soldi e che bramano potere.
Il potere femminile viene innalzato smisuratamente e quello maschile, invece, viene sminuito: in questo caso si generalizza troppo e rende banali i valori di un movimento che banale non è.
Nel film sono presenti anche argomenti come droga e pillole, fatto che personalmente avrei evitato perché non completamente contestualizzato. In conclusione, questo è un film che si deve andare a vedere ma che non deve essere interpretato nel modo sbagliato.
La pellicola espone una realtà difficile, crudele e corrotta. Su questo non si può dire nulla.
È anche vero, però, che usa molto l’esagerazione, come discorsi troppo moralisti, per fare esaltare una parte di pubblico che non riesce a pensare col proprio cervello e che prende alla lettera ogni singola parola.
Lorenzo Frassanito