Cinema, i consigli di Giovanni Gardani per novembre 2019

Si avvicina il Natale e il cinema entra nel vivo: ottobre e novembre sono in genere due mesi buoni per le case di distribuzione nel calendario complessivo dell’annata e pure il 2019 non fa differenza. Vediamo i dieci titoli principali, scelti dalla nostra redazione.

THE IRISHMAN (uscito il 4 novembre): Scorsese, Al Pacino, DeNiro: serve altro? Probabilmente no, ma vi diciamo anche che si tratta di un gangster movie vecchia maniera, di quelli capaci di attirare i nostalgici del cinema che fu e assieme le nuove generazioni, che dei classici non dovrebbero mai fare a meno. Ricordiamo comunque che Scorsese non è abituato a fossilizzarsi su stilemi e cliché, dunque aspettiamoci sorprese. E poi… Scorsese, Al Pacino, DeNiro, come una filastrocca: a noi basta così!

LE RAGAZZE DI WALL STREET (uscito il 7 novembre): Tratto da una storia vera, mette in scena un cast di prim’ordine non necessariamente cinematografico ma esteso all’intero show business (pensate a Jennifer Lopez) per narrare la vicenda di alcune spogliarelliste che “spennano” broker di Wall Street. Dopo averli sedotti, ovviamente, per puntare dritto al portafoglio. Non è un crime movie, non è una commedia, non è un film d’azione: è tutte e tre le cose insieme. Riuscirà a tenersi in giusto equilibrio? La presenza di una regista donna (Lorene Scafaria), per sensibilità, può aiutare.

GLI UOMINI D’ORO (uscito il 7 novembre): Film italiano con De Luigi, Leo e Morelli chiamati non più soltanto a fare ridere, ma a dare anche ritmo. Noir metropolitano, genere al quale il cinema tricolore s’è spesso votato negli ultimi anni, per provare a togliere ciò che di “stantio” c’è nella nostra tradizione su grande schermo. Qualcosa di simile a “Smetto quanto voglio”? Forse, ma a giudicare dal trailer ancora più criminoso…

MOTHERLESS BROOKLYN (uscito il 7 novembre): Edward Norton dietro e davanti la macchina da presa: un inno a Brooklyn, ai suoi misteri, ai suoi segreti (per riprendere la libera traduzione italiana del titolo). Il cast è pazzesco (Dafoe, Baldwin e, appunto, Norton), la storia sembra solida per quanto la trama sia un déjà vu: un detective cerca la verità celata dietro l’omicidio del suo unico amico. Così grande narrazione e quotidiano si mescolano tra pulsioni opposte: violento al punto giusto, senza troppi sforzi di originalità. Basterà?

LIGHT OF MY LIFE (uscito il 7 novembre): Casey Affleck è cresciuto bene sotto l’egida del fratello Ben, molto più bravo come regista che come attore. E stavolta Affleck Junior si trova appunto dietro la camera da presa: pellicola post apocalittica e ambientata tra i boschi dopo che l’umanità è stata sterminata da un virus, diventa ben presto una riflessione “alla greca”, che associa le rovine del genere umano quasi estinto alle rovine morali dell’interiorità. La luce è una bambina, la figlia del protagonista, la cui vita va preservata ad ogni costo. Anche dagli istinti più brutali rimasti.

LE MANS ’66 – LA GRANDE SFIDA (esce il 14 novembre): La sfida della Ford alla Ferrari, con Matt Damon e Christian Bale nei panni del progettista Carroll Shelby e del pilota Ken Miles: il contesto è già tracciato dal titolo e i film sull’automobilismo negli ultimi tempi sono stati piuttosto rari ma sono spesso riusciti (pensiamo a “Rush”, che la fotografia di questa pellicola già richiama). James Mangold ha la mano ferma e allenata per fare bene, anche se il rinvio “controllato” dell’uscita del film di solito non è mai una grande notizia. L’obiettivo, ad ogni modo, è ovviamente vincere la 24 Ore di Le Mans contro gli avversari in quel momento più forti del mondo.

THE REPORT (esce il 18 novembre): Adam Driver torna come protagonista di una pellicola molto interessante e attuale: sullo sfondo – per quanto ambientato diversi anni dopo – dell’11 settembre 2001, il film strizza l’occhio a più riprese alla forma del documentario e narra la vicenda di alcuni agenti della CIA accusati di avere torturato prigionieri nell’ambito delle indagini per dare scacco matto a Bin Laden e al terrorismo islamico. Da un lato l’esigenza (quasi liberatoria) di verità, dall’altro gli Stati Uniti d’America che non possono permettersi di fare uscire nulla del marcio che sta emergendo. Drammatico e tosto, peccato sia stato cambiato il titolo iniziale, molto più d’impatto: era “The Torture Report”.

ASPROMONTE – LA TERRA DEGLI ULTIMI (esce il 21 novembre): Più di nicchia rispetto a tanti altri, ma con due-tre attori – come Sergio Rubini, Valeria Bruni Tedeschi e Marcello Fonte, già osannato in “Dogman” – che promettono di richiamare pubblico in sala. Vicenda ultra-reale – tanto che sembra di sentirla sotto i piedi l’arida terra d’Aspromonte – e al contempo ultra-simbolica, che viaggia sul sottile equilibrio del Verismo verghiano (e della lezione dell’ideale dell’ostrica) e al contempo sulla necessità del progresso, che a volte diventa paradossalmente un freno. Pellicola intrigante, impegnata e molto nostrana: una “anti-favola”, a tratti cruda, di casa nostra.

CETTO C’E’, SENZADUBBIAMENTE (esce il 21 novembre): Il ritorno del politico più amato (e forse più vero) d’Italia: Antonio Albanese cavalca la sua ultima creazione, in ordine cronologico, che però nel secondo film iniziò ad accusare il colpo, apparendo stiracchiato, più che sorpassato. Riuscirà a rilanciarsi o punterà esclusivamente a fare cassetta? Nel dubbio un giro in sala si può fare, anche solo per l’affetto che Albanese merita. E poi la politica del giorno d’oggi, in Italia e non solo, offre sempre nuovi spunti. L’importante è saperli sfruttare bene…

MIDWAY (esce il 27 novembre): Kolossal storico, sulla battaglia delle Midway combattuta tra il 4 e il 7 giugno 1942, uno dei momenti clou della Seconda Guerra Mondiale. Il regista è Roland Emmerich, ricordato per tanti disaster movie, che gli sono valsi l’appellativo di “Roland il Distruttore”. L’Oceano Pacifico sfondo di morte, il resto lo ha narrato la storia che, vista da una prospettiva fortemente americana, non avrà la profondità di un Clint Eastwood (nell’ineguagliabile “Lettere da Iwo Jima”), ma dovrebbe avere un seguito di artiglieria pesante e contraerea bastante per sfamare i palati a caccia di gusti forti.

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