Ciao Lorella, anima buona
Purtroppo sapevo che il momento sarebbe arrivato, lo sapeva anche lei ma aveva talmente abituato tutti quanti alla sua forza e alla sua inesauribile capacità di lottare che sembrava impossibile potesse cedere e perdere la battaglia. Ho sperato che ce la facesse e che magari anche quest’anno avremmo brindato al nuovo anno insieme. Ma poi arriva il messaggio che spegne per sempre quel poco di speranza rimasta e rimane solo la forza evocativa di ciò che si è condiviso e vissuto insieme affinché il nostro tempo non diventi solo un ricordo ma rimanga vita.
Perdere un’amica non è meno doloroso che perdere un famigliare, è diverso ma non meno doloroso. Non ci credi, non ci stai dentro, ti monta una rabbia indicibile che si alterna alla peggiore tristezza. La Lory, come tanti la chiamavano, era una donna forte e tutta d’un pezzo, una combattente e una instancabile lavoratrice, onesta e leale, dotata di grande empatia e sensibilità. Il suo lavoro molto ci parla di lei, commessa prima e barista poi fu a contatto con la gente per tutta la sua vita lavorativa e non conosco nessuno che abbia mai detto nulla di lei se non per parlarne più che bene. Non facile, direi un record, chi può dire di non essere mai stato criticato? Chi più chi meno tutti, lei invece no. Lory non disturbava mai, si faceva riguardo per tutto, entrava sempre in punta di piedi nella vita delle persone e accettava tutti per quello che sono scusando i difetti ed esaltandone i pregi. Partecipe sempre del dolore degli altri in maniera intensa e commossa, era l’amica sincera, di quella sincerità schietta e diretta che le faceva dire in faccia a chiunque ciò che non le aggradava senza riportare la cosa a chicchessia… che qualità rara! Sorridente, divertente, ironica, piena di voglia di vivere con quella risata grassa e inconfondibile che esplodeva all’improvviso spargendo allegria tutto intorno. Ho riso tanto con lei, le abbiamo sparate grosse a volte e ci siamo divertite.
Ma c’era anche il tempo per ragionare di noi stesse, delle nostre vite, delle nostre delusioni, delle nostre difficoltà, delle nostre passioni e dei nostri desideri, spesso complicati da vivere fino in fondo. Sempre con il sorriso, con la voglia di scherzare e soprattutto con l’autoironia. Quante risate ingigantendo i nostri difetti, non perdonandoci le nostre debolezze.
La Lorella, come spesso si autonominava lei stessa parlando si sé in terza persona, era un punto fermo, un porto sicuro, un luogo del cuore che ho sempre trovato accogliente, aperto, caldo. Lei c’era sempre, per ogni necessità, porca vacca, c’era sempre e se aveva bisogno lei non chiedeva mai. “Non preoccuparti, so che hai tanti impegni, vieni quando puoi, chiama quando vuoi” le sue parole erano spesso queste. Svelta, precisa organizzata, in una giornata faceva mille cose, tutte bene: la casa, la spesa, il sole al lido, l’assistenza alla mamma sempre in sella alla sua bici con la quale volava in ogni stagione e con qualunque condizione meteo.
Mancherà la Lory e mancherà a tanti perché era davvero un’anima buona, di quelle che nemmeno gli Dèi riescono a scovare e quando ne trovano una, se la portano via.
È un pezzo di vita comune che si allontana rendendoci più fragili, più soli, più impauriti. Ma se la penso la vedo ancora qui a dare ancora forza, appoggio ed entusiasmo, è ancora nel mio telefono, sullo sdraio del lido, seduta a un tavolo con me, o sfrecciante in bici, quando sono per strada, che urla il mio nome per salutarmi; perché non si può accettare che si diverso da così, non si può accettare che non ci sia più, la mia, la nostra Lory …. C’è.
E allora Ciao Lory, grazie di avermi accolto nel tuo cuore grande, il tuo sorriso non lo dimentico di certo, lo tengo in tasca, o nella borsa, lì comodo, pronto ad asciugarmi le lacrime quando non le so fermare.
Scrivere di te non è stato facile e sono certa che mi diresti che ho esagerato, ma non ho esagerato affatto.
Giovanna Anversa