Caffé Centrale a Casalmaggiore, tutta la storia di una città
Franco Frassanito, primo di quattro fratelli, nasce nel 1955 anno in cui la nonna materna e i genitori iniziano la gestione del Caffè Centrale. Nonna Teresa, veniva dal gestire una trattoria sotto i portici in via del Lino denominata, oltre che “da Teresa”, trattoria “Trani” dietro al qual nome c’è una storia: i produttori di vino della zona di Trani esportavano in Francia ma, quando questa chiuse le frontiere, il nettare pugliese iniziò ad essere venduto nel nord Italia. Fu così che tante osterie che trattavano quel vino, esponevano cartelli con scritto “Trani e Barletta” ad indicare che lì si mesceva vino al bicchiere di quelle zone e da cui presero denominazione parecchie osterie; ironia della sorte volle che il bisnonno Frassanito fosse di Trani.
Nel ’55, nonna Teresa, mamma Laura e papà Giuseppe rilevano il Caffè Centrale che fu della famiglia Finardi prima e della famiglia Boni poi; da quel momento i Frassanito, di generazione in generazione, han portato avanti l’attività di quello che, ancora oggi, è il Caffè Centrale, locale storico, in cui si gusta il miglior caffè che si possa bere in paese. Per i primi 10/12 anni il bar comprendeva anche lo spazio oggi occupato dalla farmacia comunale, pavimenti in legno, divani in velluto, sala TV sempre affollatissima, in quanto erano ben pochi coloro che potevano permettersi di avere la televisione in casa, sala biliardo, plateatico in piazza i cui quaranta tavolini erano sempre occupati resero il Centrale una sosta obbligata.
Franco ricorda che proprio nel pavimento in legno c’era una botola sotto la quale si aprivano una serie di cunicoli, che si diceva, collegassero la città con la cattedrale cittadina, il Duomo. Papà Giuseppe lo portava spesso laggiù dove capitava di incontrare anche qualche scheletro!!!! L’attività, da subito, è un successo quindi, lo staff composto dai soli famigliari, non è più sufficiente, serve personale. Vengono assunti collaboratori che diventano parte della famiglia, alcune delle bariste prestano anche servizio di baby-sitting ai piccoli Frassanito e si affezionano così tanto che, titolari e dipendenti, vivono le loro vite in comunione.
Il bar vede nascere anche parecchie storie d’amore: i coniugi Saviola, lei addetta al gelato al Centrale e lui gestore della Casa della Gomma sita di fronte o la barista Mori Teresina che sposò un cliente, per ricordarne un paio. Franco, Vania e Umberto, all’epoca ragazzi, Marco in parte perché più giovane, ricordano tutti i collaboratori con grande affetto in special modo Alberto Vecchi e il fedelissimo Libero, cameriere d’altri tempi, sempre in divisa, professionale, gentile e di estrema efficienza.
Giuseppe Frassanito è un uomo avanti e lungimirante, tratta, assieme alle bevande e ai liquori di grido di quel tempo, quali Grappa della Morte, Amaro Cora, Sassolino, Spruzzo (precursore dello Spritz) Punt e Mes, anche bottiglie pregiate, non solo, tra il ’67 e il ’71 rileva pure il Bar Commercio dove organizza sfilate di moda ed esposizioni delle opere di artisti locali, divenuti poi famosi, come Tagliarini, Beltrami, Cimardi, Brunivo Buttarelli e altri.
Negli anni ’80, dopo quasi trent’anni che mamma e papà portano avanti magistralmente il Caffè Centrale, arrivano, a dar loro manforte, i tre figli più grandi Franco, Vania e Umberto. Il locale viene ristrutturato, vengono cambiati pavimenti e bancone, vengono inserite le brioches, lo stile è più moderno e soprattutto viene mantenuta la famosa cabina telefonica che credo sia stata utilizzata da tutta la cittadinanza.
Franco porta avanti la passione del padre per le etichette pregiate, sia nei distillati che nel vino, e per i prodotti speciali in genere; specialmente nel periodo natalizio il Caffè Centrale offre una vasta scelta di articoli di altissima qualità e pregio, panettoni compresi. Molta attenzione e cura viene data anche al caffè, nella scelta della miscela, nella macinatura e nella manutenzione della macchina e quando lo si beve, si sente.
Ci fu un momento in cui i genitori avrebbero voluto vendere ma i figli si sono messi in gioco e han voluto proseguire, hanno voluto portare avanti la tradizione di famiglia, adottando la stessa politica e, al tempo stesso, adeguandosi alle nuove esigenze; anche la moglie di Franco, Antonella decide di dare una mano assorbendo un turno pomeridiano. Orari estenuanti, credo sia il primo bar ad aprire la mattina, fatica, collaborazione, distribuzione dei ruoli, sintonia, passione e professionalità hanno sortito ciò che oggi è il Caffè Centrale: una perla sulla piazza. Nel 2000, alla morte di papà, si aggrega anche il cucciolo, Marco, così tutti i fratelli ora sono alla guida dell’attività.
La collaborazione tra loro è totale e questo preoccupa un po’ i più grandi in quanto Marco, al loro pensionamento, non sarà supportato dall’aiuto che invece loro si son dati reciprocamente, essendo in tre. Ma questa è una famiglia unita, che si muove in gruppo, che collabora, che si sostiene e che son certa, continuerà a farlo. La dimostrazione più recente del senso di appartenenza è dimostrata da Tommaso, bravissimo musicista e figlio di Franco, che da qualche stagione organizza nel locale la “CENTRALISSIMA”, una serie di serate stupende in cui si esibiscono musicisti esordienti di spiccato talento.
E’ appena uscito il programma dell’edizione 2019 che vedrà impegnati tutti i giovedì di Maggio e il cui cartellone lascia già intuire un alto profilo artistico. I fratelli Frassanito, che da anni ormai dedicano fatica incessante al loro Caffè Centrale, si dicono soddisfatti: “Passione, sacrificio, poche ore di sonno, costanza han portato risultati che pagano molto più del denaro. Ognuno di noi ha il suo ruolo e siamo sempre riusciti a coordinarci e a collaborare per il bene dell’attività ma soprattutto per il bene del paese e la soddisfazione del cliente.
Ci piace il rapporto con le persone che ci arricchisce e ci completa. Serve pazienza e dedizione, serve sapersi reinventare, serve saper cogliere le esigenze, serve esserci, osservare, agire, amare ciò che fai e crederci. Tutto questo, da sempre, lo facciamo insieme e lo abbiamo imparato dai nonni e dai genitori. Siamo orgogliosi di non avere lasciato che vendessero l’attività, siamo orgogliosi di avere dato continuità al loro impegno, al loro lavoro. Purtroppo il futuro ci vede “anziani” e prossimi alla pensione ma finché la vita ce lo permetterà saremo qui, a fianco del più piccolo, Marco, per aiutarlo e sostenerlo ad andare avanti.”
Poco altro da aggiungere alla storia di questa famiglia e di questo storico bar, se non che entrare al Centrale per un caffè è sempre un piacere, Vania con la sua simpatia e le sue divertenti battute già di prima mattina, Umberto velocissimo ed efficientissimo, Franco che tra un caffè e una brioche ti elenca tutti gli eventi che ha in pista e le nuove idee che gli balzano in testa, la raffinatezza di Antonella, la gentilezza, la cortesia l’atmosfera famigliare e infine lui, il caffè, sacro carburante per iniziare la giornata, che al Centrale è buono da morire.
Giovanna Anversa