Adam Ondra, sfida all’impossibile
Non sarà James Dean, ma Adam Ondra è un gran simpaticone ed è veramente un mostro di bravura nell’arrampicata sportiva. Del resto la montagna non fa differenze nel fisico, come giusto che sia, perché non importa quanto sei figo, ma se non si è preparati atleticamente il rischio potrebbe diventare mortale. La regola vale per tutti, tranne forse per Clint Eastwood.
Clint è figo, è preparato fisicamente e si è pure scalato davvero la parete Nord dell’Eiger quando ci ha girato un film, sottovalutato ma abbastanza accurato dal punto di vista alpinistico, intitolato appunto “Assassinio sull’Eiger” del 1975 e tratto dal romanzo “Il castigo dell’Eiger” dello scrittore statunitense Trevanian. La troupe tra l’altro si trovò sul colosso svizzero negli stessi giorni in cui la spedizione di Reinhold Messner e Peter Habeler tentò con successo la parete nord in 10 ore. Nel libro di Habeler “Vittoria solitaria” è possibile vedere anche le foto degli alpinisti insieme a Eastwood. Tornando a Ondra, lo troviamo insieme a Manolo ai piedi della arcinota via Eternit (9a) sulla falesia del Baule che sovrasta la Val Noana in Primiero. Il Mago racconta nell’incipit di “Eravamo immortali” (la sua autobiografia) che Adam “sembra un bambino, ma a soli vent’anni è già il più forte arrampicatore del mondo”.
Parliamo di qualche anno fa, quando Ondra arrivò da Brno, dove aveva sostenuto un esame all’Università, si trovò sotto la parete dopo aver guidato per quasi novecento chilometri, dopo aver dormito pochissimo e dopo tre ore di avvicinamento non proprio rilassanti. Manolo quella via l’ha salita a quasi sessant’anni suonati, Ondra l’ha studiata qualche minuto, ha provato i movimenti ed in un paio di tentativi l’ha vinta. Ovviamente la giovane età ha aiutato, ma Manolo ha capito subito che quel ragazzo aveva la stoffa per raggiungere qualsiasi traguardo, uno di quegli atleti che nascono una volta ogni cent’anni. Leva 1993, dalla Repubblica Ceca, Adam Ondra iniziò a scalare da giovanissimo grazie alla passione trasmessagli dai genitori, anch’essi arrampicatori. Il battesimo del fuoco avvenne nel 1999 all’età di sei anni quando in Croazia affrontò pareti di 6a, una difficoltà decisamente considerevole per un bambino. A otto anni già superò il settimo grado a vista e a nove sfondò l’ottavo grado lavorato. A dieci anni arrivò il suo primo 8a a vista, a dodici l’8b, in un autentico crescendo che confermava ogni volta la profonda attitudine di questo giovane per il mondo verticale. Se Manolo ha scalato il suo primo 9a in età avanzata e dopo una vita di esperienza, Adam lo raggiunse nel 2006 a soli tredici anni diventando il più giovane free climber di tutti i tempi su difficoltà all’epoca ritenute impensabili praticamente da chiunque.
Da lì in poi, nessuna parete rimase impossibile per Ondra: Austria, Francia, Svizzera, Spagna, Baviera e chi più ne ha più ne metta. Il giovanissimo Adam saliva in macchina e viaggiando in tutta Europa, battezzava alla sua maniera i siti più famosi di arrampicata, scalando in modo scanzonato ma sfoderando una concentrazione davvero olimpica. Nel 2009 iniziò a lavorare sul 9a+ e sul 9b a Kalymnos, paradiso greco del free climbing, località sdoganata negli anni novanta proprio da Manolo che vi si recava spesso regalando reportage dettagliati sulla prestigiosa rivista ALP di Vivalda Editori. Una curiosità: la prima via aperta da Adam Ondra si trova in Italia, precisamente nel sud della Sardegna a Domusnovas e viene valutata 9b ad oggi mai ripetuta da nessun altro. Ondra continua ad arrampicare un po’ ovunque, alternando lo sport vero e proprio, partecipando e vincendo numerose gare, alla passione vera e propria senza vincoli. In Madagascar effettua la prima salita in giornata di una via multi-pitch (via lunga) di 10 tiri di cui la metà sopra l’8b. Attivo nel volontariato, diventa testimonial di Climb for Life, progetto dedicato alla sensibilizzazione degli alpinisti sul tema della donazione di midollo osseo. Nella carriera infrange ogni tabù del free climbing in Norvegia, Sudafrica, Val d’Aosta, diventando di fatto il profeta del nono grado. Nel 2016 si reca per la prima volta a Yosemite e ripete per la prima volta in libera la via Dawn Wall su El Capitan. La via era stata aperta nel 2015 da Tommy Caldwell insieme al boulderista Kevin Jorgeson ed è considerata la via lunga più difficile del mondo. Ondra ci mette meno della metà del tempo impiegato da Caldwell ovvero solo otto giorni. In quell’anno il suo curriculum ufficiale in falesia conta ben milletrecentoquarantacinque vie tra l’8a e il 9b+, di cui seicentoquarantatre a vista. Scrivo apposta i numeri in lettere per rendere meglio l’idea, leggendoli, di che razza di mostro sia questo ragazzo e ovviamente non intendo a livello estetico. Negli anni, Adam colleziona medaglie d’oro ovunque ed in ogni tipo di competizione. Ci sono moltissimi altri atleti che stanno arrivando al suo livello, fra questi mi piace menzionare, fra tutti, l’italiano Stefano Ghisolfi a cui magari dedicheremo qualche pagina a breve, ma Ondra sembra veramente inarrestabile al momento perché in grado di scalare qualsiasi parete. Sarebbe bello che le sue attività avessero un’eco mediatica più vasta, perché la vita di ogni giovane sportivo è meravigliosa e sicuramente di buon esempio per le nostre nuove generazioni. Ad Maiora Adam!
Marco Vallari