GOODBYE ROCK SUMMER ROD THE MOD
di Dario “Blues Man” Gozzi
L’appellativo sopra riportato nel titolo, venne riferito, negli anni sessanta del secolo scorso, allo scozzese RODERICK DAVID STEWART che girerà fra pochi mesi la boa degli ottant’anni. A quei tempi, in Inghilterra infatti l’eccentricità nell’abbigliamento era caratteristica di certi ambienti e supportata musicalmente da gruppi che riprendevano gli stilemi del rhythm and blues d’oltreoceano imprimendogli una rinnovata corroborante energia.
Esempio, più che probante, the Who da noi notoriamente (?) più che apprezzati. Il Rod, si stima abbia venduto tra singoli ed LP la pletora di circa duecentocinquanta milioni di dischi, giacché, fino agli sciagurati tempi odierni, i dischi si pagavano ma potevi materialmente possederli, perché la roba invisibile che si ascolta oggi al telefono non sarà mai un’opera d’arte. Il biondo ossigenato e accuratamente spettinato in questione ha collezionato un’innumerevole sequenza di altrettante biondissime partners ( dice niente la sua canzone ” Blondes have more fun” ?) con relativa messe di pRODgenie.
Se c’è una voce che più di tutte è immediatamente riconoscibile, è di certo la sua. La timbrica roca e abrasiva lo ha messo in luce fin dai primi tentativi e conseguentemente arruolato con immediato successo dal geniale chitarrista Jeff Beck per il suo Group per realizzare due non ignorabili albums di torrido blues elettrico e alcuni strumentali che certificarono vincente quest’accoppiata. In tali frangenti Stewart stringe una duratura amicizia e feconda collaborazione col chitarrista Ronnie Wood (futuro Rolling Stones) e, conseguentemente all’abbandono da parte di Steve Mariott leader degli Small Faces, entrambi entrarono nella formazione che si ribattezzò the FACES.
Già nel sessantanove però Rod inizierà la carriera solista che alternerà fino al settantacinque agli impegni con la band. Per trovare nuovi stimoli, ma anche per non rimpinguare l’esoso fisco inglese si trasferisce a Los Angeles, come esplicitato nel programmatico album ” Atlantic Crossing .” Il suo sound si ammorbidisce affiancando al rock-blues delle stupende ballate che lo contraddistingueranno nel proseguo di una carriera pluridecennale e lo faranno assurgere alla piena affermazione come pop-star globale. Avrà anche saltuari cali di popolarità, restando comunque una seguita icona del rock. Nel corso degli anni duemila gioca la carta del raffinato ( per modo di dire ) interprete di standards dello sterminato canzoniere statunitense realizzando, addirittura, un album con l’accompagnamento della Royal Filarmonic Orchestra. Per il cinquantennale di attività celebra con l’uscita di altri apprezzati lavori per la maggior parte incentrati su cover.
Nel 2007, dopo aver sconfitto due tumori a prostata e corde vocali, è stato insignito della onorificenza di Sir dalla Regina Elisabetta II per meriti artistici vista la pubblicazione di 65 dischi con cifre altisonanti che hanno dato lustro e sovvenzioni alla nazione.
Lo scorso febbraio ha venduto il suo intero catalogo musicale per cento milioni di dollari.
Detiene anche il record per il concerto con più affluenza di pubblico per un solo artista sulla spiaggia di Copacabana con la presenza gratuita di tre milioni e mezzo di spettatori (quelli che hanno visto qualcosa saranno stati sicuramente meno). La sua ultima iniziativa è stata di allestire una band coi controfiocchi, ovviamente allietata da procaci presenze femminili, e ritornare in giro per il mondo per quello che lui stesso ha definito the last tour. Ma come già constatato più volte, questi personaggi non mantengono la decisione. Pensionamento e conseguente prevedibile anonimato non è per la gente come lui. Per rendere omaggio alle gesta di questo indomabile intramontabile e inarrestabile artista non potevo esimermi da recarmi a Lucca, incantevole città toscana, circondata da 5 km di mura rinascimentali percorribili a piedi, dalle quali si può godere della vista di torri ed edifici storici e che da anni ci delizia invitando grandissimi nomi spesso mai visti sulle nostre lande. Così il 7 luglio scorso il nostro Rod è approdato in una traboccante piazza Napoleone sfoderando un’esibizione (in look leopardato) degno della sua fama di incontrastato leone del palco. Assodati i suoi sempiterni trascorsi di performer, sa esaltare e ammansire, sa bene come gestire il suo pubblico affezionato ed adorante. Il popolo rock presente ha gioito vistosamente e sonoramente, vedendo e sentendo che Roddy è ancora clamorosamente in forma e le reciproche buone vibrazioni non possono che creare un interscambio che suggella un legame assodato. Arduo sarebbe elencare gli highlights della serata, visto che il climax non è mai sceso, anzi il crescendo emozionale è stato come sempre assicurato. La carrellata di canzoni è troppo lunga da menzionare, ma le ballate più accorate come “Sailing“, “Maggie mae” o la catstewensiana “First cut Is the deepst” o “Baby Jane” e il formidabile pathos nell’interpretare il blues “Rather go blind” sono lunghi incancellabili momenti.
Per concludere, un paio di episodi anche insignificanti nella vita di questo eterno scavezzacollo che ama il calcio come la musica. Buon centrocampista e forsennato sostenitore del Celtic, comprò anche una squadra in società con Elton John.
Agli albori della carriera mentre “lavorava” in un’impresa di pompe funebri si improvvisò anche militante pacifista e confesserà che, più che per le sorti dell’umanità, il suo impegno era rivolto a cercare di portarsi a letto le colleghe attiviste. Non si fece inoltre mancare una mezza dozzina di arresti per svariati motivi.
Ultimo aneddoto: Rod possiede una magione a Portofino dove, con scadenza più o meno annuale, è solito fare una festa nella quale gli invitati non esitano nel rinfocolare la baldoria. Nel caso che il party notturno tenda a tracimare nella rinomata piazzetta sottostante, notoriamente riservata ai vip, Rod, tramite una cospicua donazione, si assicura che nonostante caciara e bottiglie rotte, le forze dell’ordine si adoperino per vigilare che Rod e i suoi amici si divertano e non vengano disturbati.