La lunga notte finirà…

… la lunga notte finirà. Senza scie di luci, senza passi veloci sui marciapiedi, senza sorrisi distratti sulla strada. Finirà nel ritorno dei sogni, nel pensiero di un domani da costruire, nel balenare di ragazzi che si baciano in penombra. Ci sarà ancora da resistere nei fortini, al chiuso di case che forse neppure difendono dall’infinitamente piccolo. La lunga notte finirà, e saranno tante le cose che ci porteremo addosso…

… il senso pesante di morte, i visi perduti per strada, gli anziani combattenti caduti di febbre e mancanza di fiato. Il senso opprimente di egoismo umano, di chi vuole a prescindere, di chi pensa a se stesso perché il resto del mondo non esiste. Chi nega, chi sogghigna, chi sfida la sorte sicuro di non esserci dentro, sicuro di poterne uscire perché in fondo non ci è mai entrato. Finiranno regole ferree e chi se ne sbatte le sfere che tanto poi non gliene frega niente. Finiranno eminenti scenziati che spiegano una cosa e il suo contrario. Finiremo la farsa di un viaggio in cui ci chiediamo che succede nel mondo, cosa possiamo fare forse per migliorare i problemi universali e non sappiamo neppure affrontare quelli a dieci metri da casa…

… ci porteremo addosso questi lunghissimi e interminabili mesi, le chiusure, la crisi, il lavoro che non c’è e quello che invece non è mai finito. Ci porteremo dentro impotenza e tristezza, e torneremo ad essere spavaldi, a fregarcene di tutto e di tutti come se il tutto e il tutti non comprendesse pure noi. Ci porteremo addosso un infinitamente piccolo che ci ha coinvolti dimenticando quanti infinitamente piccoli hanno coinvolto realtà lontane. Torneremo a fregarcene, torneremo a correre, torneremo a vivere nell’oggi come se un domani non ci fosse o non dovesse giocoforza riguardarci. Torneremo a violentare tutto ciò che ci gira attorno con il senso di potenza che ci contraddistingue, come se non fossimo solo una semplice pedina di un universo in cui un equilibrio tra tutti gli esseri viventi è fondamentale…

… la lunga notte finirà, prima o poi. E da viaggiatori folli su un treno senza freni torneremo a viaggiare follemente e senza freni verso un’altra notte, verso un altro buio, verso un altro scontro. Abbiamo l’innata capacità – unici esseri (forse) dotati d’un anima e di un pensiero – di non imparare nulla. Torneremo a sentirci onnipotenti, in grado di governare ogni cosa e volgerla a nostro vantaggio…

… la lunga notte finirà. E sarà lieve il mattino. Sarà un istante di quiete. Il fermarsi del vento prima di altre tempeste. Potremmo aver appreso qualcosa, o forse nulla. E forse continueremo a giocarcelo il mondo. Come in una partita a dadi in cui chi ci sta di fronte a noi ha dieci dadi e noi soltanto uno…

N.C.

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