Rugby femminile, le leonesse di Viadana
Chiamarlo rugby in gonnella potrebbe apparire quasi offensivo: ma in fondo è solo un modo di dire. Perché poi la grinta e la voglia di emergere è pari a quella dei maschietti. O, a ben vedere, addirittura superiore, perché in meta si può andare anche contro il pregiudizio.
A Viadana, patria della palla ovale da cinquant’anni, il rugby femminile è partito lo scorso anno. E se dobbiamo considerarlo un semplice esperimento, beh, possiamo dire che è pienamente riuscito: da 11 a 22 ragazze iscritte, un raddoppio nei numeri dal 2018 al 2019 in un movimento in crescita, che non a caso sta sostenendo anche la nazionale in rosa.
Proprio al “clan azzurro” si lega quanto accaduto domenica mattina tra Viadana allo stadio “Bottari”, Casalbellotto allo stadio “Dante Bacchi”, e Guastalla allo stadio “Nelson Ferrarini”. Quando infatti l’Italia femminile gioca (è accaduto sabato contro il Giappone a L’Aquila), ecco che vengono organizzate a livello interregionale gare di selezione per osservare le atlete più promettenti: a livello under 14, under 16 e under 18. “Volevamo organizzare tutto allo “Zaffanella” – spiega Andrea Romersa, dirigente responsabile del Viadana femminile – ma il maltempo ci ha imposto un cambiamento di percorso: abbiamo chiesto aiuto a Casalmaggiore e Guastalla e abbiamo ottenuto un appoggio incondizionato. E’ stato un modo pure per rinsaldare rapporti già strutturati tra società amiche: un bel messaggio, partito da una emergenza. Allo “Zaffanella” torneremo però con le nostre under 14 e under 16 il 1° dicembre prossimo”.
Il rugby femminile, a livello di categorie giovanili nei rispettivi campionati, si gioca in sette contro sette, su decisione della Federazione. “Ma in queste gare di selezione – spiega Romersa – si gioca quindici contro quindici, da sempre, come nei campionati maschili e in quelli seniores femminili, eccezion fatta per l’under 14, che è ritenuta ancora promozionale. Quest’ultima categoria ha giocato a Viadana, l’under 16 a Casalbellotto, l’under 18 a Guastalla. In campo sono scese, in totale, 200 ragazze, senza alcuna paura del fango e delle condizioni difficili a livello meteo”.
Non c’è stato alcun rinvio e si sono sfidate cinque diverse regioni, ossia Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Veneto. In pratica l’intero Nord Italia rappresentato. “In questo anno e mezzo di attività siamo scesi pure in Toscana – spiega Romersa – sempre in concomitanza con gare della nazionale, portando qualche nostra ragazza alle selezioni. Delle 22 atlete in rosa nelle tre diverse categorie, una è under 18 e le abbiamo suggerito di passare a Colorno, per non bloccare la sua carriera e la sua crescita. Al momento, infatti, non abbiamo ancora la possibilità di strutturare una formazione under 18, anche perché il nostro percorso è appena partito. La buona notizia è che la federazione sta pensando di costruire una nazionale under 18. Questo consentirebbe a molte ragazze di non passare subito in Nazionale A, che a volte rappresenta un salto nel vuoto o nel buio, e di potersi dunque preparare al meglio al contesto internazionale, che spesso richiede una particolare esperienza”.
Per la cronaca Casalbellotto ha pure portato bene alla rappresentativa lombarda, che ha vinto il suo concentramento tra le under 16. “Quello che conta è preparare queste ragazze a sfide toste, alzando se possibile pure il livello del campionato. Ma queste sono in primis esperienze di socializzazione – spiega Romersa – che è una delle caratteristiche del rugby, e dello sport in generale”.
Giovanni Gardani